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Sulle tracce dei grandi scrittori: i luoghi italiani descritti nei capolavori della letteratura

Le città italiane sono da sempre protagoniste di film ma anche di importanti romanzi in cui gli scrittori non solo le descrivono minuziosamente ma le rendono anche protagoniste di incredibili storie ed avventure.

D’altronde se nella letteratura tradizionale queste descrizioni occupano a volte spazi limitati nella letteratura di viaggio ci sono pagine e pagine dedicate alla narrazione di altri paesi e continenti o anche di piccole città che grazie a questi racconti arrivano fino a noi.

Sono però le storie dei personaggi a dare ancora più rilievo ai luoghi ed è grazie a liaison amorose e intrecci di vario genere che i luoghi seppur presentati in modo circoscritto emergono nella loro bellezza ma anche bruttezza e/o brutalità.

Quest’ultimo è ad esempio il caso di una raccolta di racconti e reportage giornalistici intitolata “Il mare non bagna Napoli” di Anna Maria Ortese in cui l’autrice tratteggia Napoli e il mondo napoletano cogliendone quella che lei definisce dolorosamente «nevrosi» , nevrosi che lei stessa sente di provare di fronte alla realtà inaccettabile che si trova a vivere.

Altra autrice. Altro romanzo. Altra città. Stavolta facciamo rotta verso Bagheria, a Palermo con il romanzo che ne porta il nome Bagheria scritto da Dacia Maraini che a differenza del precedente è pura autobiografia. Quella che vive la Maraini sono luoghi carichi di ricordi e memoria, memoria di un tempo che fu e che lei rivive e fa rivivere a noi attraverso il suo romanzo. La dura realtà siciliana di una piccola cittadina di provincia sembra sopportabile solo grazie al paesaggio dalla natura bellissimo e intatto dal potere consolatorio.

Anche Ferrara trova spazio tra le pagine di un ciclo stavolta quello di Giorgio Bassani dal titolo “Il romanzo di Ferrara” in cui questa città in cui l’autore trascorre l'infanzia e poi l'adolescenza diventa la sua personale Musa e a lei deve molto. Ma forse anche Ferrara deve molto a Giorgio Bassani perché è uno dei pochi o forse l’unico che attraverso semplici storie e racconti è riuscito a cogliere quella che potremmo definire “ferraresità”.

Nell’elenco non può mancare anche Canne al vento di Grazia Deledda. Non si contano i successi e i capolavori di questa scrittrice sarda innamorata della sua terra ma Canne al vento è quello che meglio riesce a tratteggiare la Sardegna con le sue bellezze, il suo animo selvaggio ma anche le sue contraddizioni, i suoi contrasti che come canne che “piegano” sogni ed inclinazioni e devono cedere al volere del vento. La Sardegna di Deledda le valse il Premio Nobel, mica poco!

Ultima ma non per importanza è la Roma di Alberto Moravia in La romana da cui è nato il film omonimo del 1954 diretto da Luigi Zampa. Nel romanzo La romana lo scrittore racconta Roma ma non solo racconta anche un pezzo di Roma borghese fatto di corruzione che diventa lo spazio vitale dei suoi personaggi. La condizione in cui questi personaggi vivono li porta ad una vita miserabile e fatta di imbrogli e inganni dalla quale non possono fuggire. Sono lo specchio del mondo in cui sono nati e vivono e questo non potrà mai cambiare.

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Fonte: www.bed-and-breakfast.it

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